Tuttavia la maggior rivoluzione riguardo la concezione della luce e dei colori, che portarono alle teorie fondamentali dell'ottica, la si deve a Isaac Newton e Wolfgang Goethe.
L' ottica di Newton
Newton rivoluzionò le precedenti teorie agli inizi del 700 con la pubblicazione del trattato "Optiks". Fino ad allora si credeva la luce composta unicamente dal colore bianco, teoria che Newton smentì con il famoso esperimento del prisma.
Facendo
passare un raggio di luce attraverso un prisma, e proiettando la luce che ne
fuoriusciva su uno schermo bianco, apparvero nitidamente i colori
dell’arcobaleno dal rosso al violetto, lungo una striscia che egli chiamò
spettro della luce. Il prisma, infatti, rifrangeva la luce in modi diversi a
seconda della sua lunghezza d’onda (che Newton definì “abbondanza” della luce).
Nonostante la sua importanza rivoluzionaria, la sua teoria non teneva conto di molti aspetti della realtà (colori non spettrali..)
La teoria dei colori di Goethe
Un secolo più tardi Goethe attaccò duramente le teorie di Newton, egli infatti considerava inconcepibile trattare in modo esclusivamente fisico qualcosa di vivo e di umano come i colori. Per questo motivo Goethe mise per prima cosa in risalto l'importanza dell'occhio umano. Goethe espose quindi una teoria, nella quale, rifacendosi al modello del suo contemporaneo Runge, assunse anche il bianco e il nero al ruolo di colori, facendosi in tal modo carico anche del rapporto con luce e ombra. Evidenziò inoltre come uno stesso identico colore veniva percepito in modo diverso a seconda dello sfondo sul quale era posto, e si rese conto anche di come l’occhio tendesse a vedere le ombre di un oggetto sul quale venisse proiettata una luce fortemente colorata, di una vaga sfumatura di un altro colore.
http://didascienze.formazione.unimib.it/Lucevisione/pittura/indice.htm
http://leganerd.com/2011/05/23/colorama-02-newton-vs-goethe/
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